Storie. Vol. I by Tito Livio

Storie. Vol. I by Tito Livio

autore:Tito Livio
La lingua: ita
Format: epub
editore: UTET
pubblicato: 2013-05-13T16:00:00+00:00


1. 1. In occasione dei solenni giochi religiosi comuni alle dodici città della confederazione etrusca, veniva nominato un sacerdote con l’incarico di presiederli.

2. 1. Cfr. IV, 48, 6.

7. 1. L’espressione census equester è impropria, perché sino alla fine del II secolo a. C. non esisteva un censo equestre distinto da quello della prima classe. Secondo la costituzione serviana i cavalieri erano 1.800 e i cavalli venivano comperati e mantenuti a spese dello stato (cfr. I, 43, 9); nel corso della campagna contro Veio gli effettivi della cavalleria vengono aumentati con volontari, appartenenti alla prima classe, che militano con cavalli propri e ricevono lo stipendio militare.

4. I plebei usano l’espressione ordo pedestris, quasi contrapponendosi polemicamente agli appartenenti all’ordo equester che si erano offerti come volontari in precedenza; in realtà non esisteva nessun ordine della fanteria.

5. Dall’alto della scalinata per cui dal Comizio si accedeva alla Curia.

8. 1. Capena era una città etrusca nei pressi della riva sinistra del Tevere, a nord ovest di Veio.

10. 1. È la legge Trebonia (cfr. III, 65), la quale prescriveva che tutti e dieci i tribuni fossero eletti dai comizi, per evitare cooptazioni di patrizi. L’attributo tribuniciae riferito a legis che si trova nei codici è un’aggiunta seriore, poiché esso può significare solo «legge proposta da un tribuno», e non «legge che regola l’elezione dei tribuni».

12. 1. Gli storici moderni giudicano poco verosimile che il primo tribuno militare plebeo sia stato eletto più di quarant’anni dopo l’istituzione della magistratura, cui fin dall’inizio i plebei avevano libertà di accesso: fra l’altro anche alcuni nomi dei colleghi di Licinio Calvo sembrano essere plebei.

2. Poiché il fratello era patrizio, mentre Licinio era plebeo, si deve pensare che o fossero fratellastri, figli della stessa madre e di due diversi mariti della madre, uno patrizio e l’altro plebeo, oppure che Publio Licinio, della famiglia dei Corneli, fosse passato per adozione nella famiglia plebea dei Licini. Quanto alla motivazione che Gneo Cornelio avrebbe istituito la paga per i cavalieri, essa deve derivare da una fonte diversa da quella del cap. 7, perché in quell’anno egli non figura fra i tribuni militari.

13. 1. Banchetto solenne offerto agli dèi, le cui immagini venivano poste su letti e cuscini davanti a ricche vivande imbandite.

15. 1. Gli aruspici, che interpretavano i prodigi esaminando le viscere delle vittime, nei primi secoli della repubblica venivano chiamati a Roma dall’Etruria.

16. 1. La galleria per l’uscita delle acque dal lago Albano esiste ancora adesso; la tradizione concordemente ne attribuisce la costruzione al tempo dell’assedio di Veio, ma la reale connessione fra i due fatti è incerta.

17. 1. Le feriae Latinae in onore di Giove Laziale venivano celebrate sul monte Albano col concorso di tutti i popoli latini, e quando Roma assunse l’egemonia erano presiedute dai magistrati romani.

2. I Galli già da qualche tempo si erano stabiliti nell’Italia settentrionale, ai confini di quella parte dell’Etruria che era più lontana da Veio.

18. 1. L’affermazione non concorda con la lista dei colleghi di Licinio Calvo indicati a 12, 10, dove non figurano né Gneo Minucio né Lucio Atilio, e Publio Menio è detto Publio Melio.



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